Home Page 
Le foto
I link
I racconti 
I locali 
Sezione P.C.  
Personaggi

 
I RACCONTI DEL CUSCINETTO
Finalmente il libro con i racconti motociclistici più spassosi!
CMRS 2003 

Per godervi il report, sarebbe consigliare leggerlo mentre si guardano le foto, disponibili qui.



E così siamo riusciti a organizzare a portare a compimento anche il secondo CMRS.

Il primo, avvenuto nel 1999, vide la partecipazione di due soli motociclisti, entrambi isolani, ma già da quell'episodio si capì che la cosa era destinata a crescere.

Sono passati 4 anni da allora e finalmente, nel 2003, si è riusciti ad organizzare il nuovo raduno che, incredibilmente, ha visto una partecipazione totale di ben 19 persone.
Di seguito l'elenco dei partecipanti, più o meno in ordine di adesione:

Tweety & Simplo
Roncyfumi
Barby & Toi
Giovi & Wlady
Carlo Vittoli
Alfredmann
XarBraX
Sandro Foresti
Tinto
L'uomo della nebbia
Pipino
Semi
Daddoppi & Starflex
Fabrizio
Nosisapeman

Teatro dell'evento è stata la barbagia, con base all' Hotel Miramonti di Seulo. Zona ancora aspra, selvaggia, lontana dalle mete turistiche in generale e ancora di più dall'idea che l'immaginario collettivo ha della Sardegna, ma sicuramente zona affascinante, genuina, quasi esotica.

Per noi cagliaritani, Tweety, io, Wlady e Giovy, tutto ha inizio venerdì mattina, quando raggiungiamo Semi e Pipino, appena sbarcati, in prossimità del porto di Cagliari.
Si fa colazione in piazza Yenne dove ci raggiungono Toi & Barby e Nosisapeman per salutare i continentali, visto che loro ci raggiungeranno solo l'indomani.
Durante la cerimonia di baci e abbracci passano due zingare che, vistesi rifiutare un finanziamento, se ne vanno "frastimmando" (tirando maledizioni)...

I maschietti non esitano a dare una palpatina ai gioielli di famiglia per precauzione.
Assolte le doverose prese per il culo per la recentissima riverniciatura della Gippiola si passa alla distribuzione delle cartine della zona, stampate da Toi in formato 1:1! Passata quella mezz'ora a cercare di organizzare le cartine, i continentali ci rinunciano, le mettono in borsa e sentenziano un "tanto seguiamo voi!", non prima di aver specificato che non vogliono assolutamente fare "autostrada".

Hai voglia a spiegargli che in Sardegna autostrade non ce n'è e che la 131, grazie ai lavori in corso, è più tortuosa di un budello. Insomma decidiamo di fare la statale fino a raggiungere Carlo che ci aspetta a Monastir, e poi di fare qualche stradina interna alla volta di Villanovaforru.

Passiamo da Nuraminis, famosa per la scritta che campeggia all'interno del paese "NOI DORMIAMO CON LA TESTA SULLO ZAINO, BENITO MUSSOLINI". Perdendoci un paio di volte, attraversiamo Samatzai, Guasila, Segariu, Villamar e Lunamatrona.
Siamo in pieno Campidano, l'unica pianura, si può dire, della Sardegna, quindi curve ce ne sono poche, ma il paesaggio ripaga. Grazie all'annata particolarmente piovosa, infatti, la primavera è verdissima e sembra di stare in Irlanda!

In un modo o nell'altro raggiungiamo il complesso de Sa Corona Arrubia e al Museo del Territorio ci apprestiamo a vedere la mostra sul Codice Atlantico di Leonardo e quella dei Diorama con la flora e la fauna della zona ogliastrina.
Semi e Pinipino decidono di deviare verso Ghilarza, dove pare che Pipino abbia una "trassa" (storia losca con qualche ragazza).

I gentili gestori del museo custodiscono i bagagli e i cinque rimanenti del gruppo si apprestano a godersi l'esposizione.
Come al solito Simplo rimane indietro e dopo la prima sala si perde la guida... tutto normale!

Insomma, bella mostra, bello tutto si va a mangiare... Il biglietto comprendeva un giro sulla seggiovia che porta verso la giara di Siddi, da cui si gode un'ottima visuale della zona.
Un gentilissimo ragazzo vede i membri (con rispetto parlando) carichi come muli e offre un passaggio con una macchinetta elettrica, fino alla stazione della seggiovia.
Qui si sale, in un modo o nell'altro, sulle "cabine" e cominciamo la salita, lunga 850 metri.

Purtroppo nessuno si è ricordato che Giovy soffre di vertigini (poteva ricordarcelo a suon di botte però) e per lei la salita si rivela più una tortura che un divertimento.

Il percorso si snoda fra prati e greggi di pecore offrendo una vista davvero notevole.
Arrivati in cima ci apprestiamo a pasteggiare fra bacherozzi, mosche, moscerini e coleotteri.

Anche le formiche si dimostrano particolarmente coriacee tanto che a momenti si fregano tutto il cioccolato artigianale gentilmente offerto da Carlo (a proposito, CHE BUONOOOOOOOOOO!!).
Giovy, rinfrancata dal pasto e dal cioccolato, affronta eroicamente il ritorno in seggiovia e così torniamo alle moto e, dopo un caffè al bar del museo, siamo pronti a ripartire.
Wlady non esita a farci notare il nome della lavastoviglie dietro al bancone "ARISTON SVELTINA".

Risaliti in groppa alle moto si parte alla volta di Seulo, passando per Villamar, Villanovafranca, Mandas e di qui sulla 198 verso Sadali.
Sul percorso ci si ferma sulle coste del lago del Flumendosa a fare delle foto, non lo si vedeva (almeno chi scrive) così pieno da decenni, uno spettacolo stupendo! Speriamo che duri!

Il viaggio prosegue tranquillo fino alle porte di Sadali. A qualche km dal paese Simplo indica col braccio l'agriturismo "Su Coili" "Su Coili" meta del pasto della sera.
Così tutti cominciano a valutare la distanza dall'albergo... ok che quando uno sta a fissare il conta km sembra che la strada non finisca mai, ma effettivamente la stima di Simplo (che aveva detto che sarebbero stati non più di una dozzina di km) si rivela forse un po' troppo ottimista.
L'albergo, infatti, non è nemmeno a Seulo, ma ben oltre il paese, per un totale di tragitto albergo-agriturismo di una ventina di km!

Comunque sia si arriva in albergo, il Miramonti di Seulo, con una splendida vista sui monti. La struttura, nonostante le due stelle, si rivela molto accogliente e, sopratutto, pulitissima.
Mentre ci si sistema in camera si sente un rumore come di ferraglia: sono gli emiliani che tornano dal mare. Loro sono sbarcati un giorno prima e hanno dormito ad Aritzo, cominciando a prendere contatto con la realtà sarda.

Alla domanda "ma quali sono i piatti tipici della zona di Sadali [25km da Aritzo]" si sentono infatti dire "non lo sappiamo, non andiamo mai da quelle parti".
Concetto che Tinto avrà modo di ripassare grazie al portuale di Olbia che gli ha detto "dove siete stati? Ah sul Gennargentu? Deve essere bello, io non ci sono mai stato" .
Comunque gli emiliani, appena scendono dalle moto, anzichè dire "ciao" ci urlano contro un "Ma qui non avete strade! Avete piste!
Ci mancano solo i commissari di percorso! Ma perchè non ce lo avete mai detto?".

Per l'orgoglio noi sardi è stato molto più piacevole di un abbraccio!
Una doccia, una rapida sistemazione dei bagagli e siamo giù al bar...

Qui si fa conoscenza con un tipo indigeno più sullo strano che sul non. Chiede di dove si è e al "di Cagliari" di Simplo dice che anche lui è di Cagliari, ma che si è trasferito a Seulo perchè si sta meglio. Fra un gesticolare strano, un alitare tipo distilleria ed una incrollabile insistenza per offrire da bere parla tipo macchinetta, ripetendo sempre le stesso cose.
Tanto insiste, tanto fa che scopre che Carlo è originario di Napoli e, naturalmente, lui ha fatto il militare a Napoli (uomo di mondo, come Totò).

Insomma: Carlo è costretto a bersi una limonata offerta dal tipo, cortese, gentile, ma piuttosto PESANTE!
Tutti scappano e si prepariamo per andare a cena a "Su Coili", a pochi km dall'albergo.

Tutti meno il sullodato Carlo, che viene liberato dal tipo grazie all'intervento della ragazza del bar, e raggiunge i fuggitivi che si stavano complimentando tra loro per lo scampato pericolo.

Sul significato del nome dell'agriturismo i pareri sono ancora discordanti: chi dice che significhi "L'ovile" in dialetto barbaricino chi, rifacendosi al campidanese, sostiene invece che indichi la tana del coniglio.
Ad ogni modo si parte.. andatura turistica.. per i primi 120 metri. Poi gli emiliani partono a missile alla volta di Sadali.

All'incrocio successivo li troviamo a fare "gli spiritosi", con le moto parcheggiate, sdraiati sul prato a far finta di dormire!
Strano che nessuno avesse una sigaretta quasi finita in mano!
Si procede verso l'agriturismo e i km sono effettivamente molti di più di quanto Simplo avesse indicato.

Le distanze, inoltre, in Barbagia, paiono essere molto relative, perché il cartello "Su Coili km.2" è piazzato a 3500mt dal posto e il cartello "Su Coili mt 200" a circa mezzo chilometro.

Ad ogni modo ci si arriva ugualmente, si parcheggiano le moto e si entra nel rustico, essenziale, ma ospitalissimo locale.
A servire ci sono due simpatiche ragazze e la pappata ha inizio, fra antipasti di salumi, ricotta, formaggio caprino, gnochetti, culurgionis, pecora in umido, porchetto eccetera.

Durante il pasto Alfredmann, rappresentante della cellula orobica, fa omaggio ad IHM-Ichnusa di un bellissimo libro sulle scritture rupestri della Val Camonica, con tanto di dedica autografa (di Alfredmann). Si mangia, si ride, si parla, si scherza. Come in seguito farà notare Carlo, stranamente non si assiste a nessuna scena di arrembaggio o razzia, nonostante siano presenti membri di IHM.

Si risale in moto per tornare in albergo e, come al solito, Simplo è ultimo. Semi, gentilissimo, si stacca dal gruppo e permette alla Gippiola di raggiungerlo e fare la strada insieme.

Si incrocia la camionetta dei Carabinieri, Simplo controlla gli specchietti e vede che fa inversione: "bah bah, adesso ci fermano!". Ma sali che ti sali ecco Carlo fermo all'ingresso di Seulo. Cos'è? Cosa non è? Il Diversion non ha più voglia di camminare, s'è spento e non riparte.

Solite domande: "Ma benzina ce n'è?", "L'interruttore dell'emergenza?", "Non è che sei in riserva?". Insomma non si capisce nulla...
Arriva la camionetta dei caramba e... va dritta! MA VAFFANGALA!
Dopo varie prove e riprove il Diversion riparte e si torna in albergo.

Qui si cazzeggia un pochino al bar e, alla spicciolata, tutti tornano nelle proprie camere, tranne il Nebbia che, stoico, si piazza su una sedia e dichiara "io rimango sveglio a vedermi le prove libere del GP!".

Lo ritroveranno l'indomani mattina addormentato sulla stessa sedia.
L'indomani ci si sveglia con una splendida giornata di sole e si scende a fare colazione. Da menzionare i fantastici cornetti caldi!!
Si va al parcheggio e si attende l'arrivo degli altri sardi mancanti:
Toi e Barbara arrivano alle 9:30, Daddopì e Starflex poco dopo, Nosisape è ancora dato per disperso, Fabrizio è in viaggio.

Si cazzeggia un po' al parcheggio e qui ha scena l'adorazione del Hexcargò, lo scooter di Daddopì, da parte di diversi elementi di IHM. L'adesivo dell'Elefantetreffen messo in bella mostra, e guadagnato sul campo, suscita la stima di questi rudi motociclisti.
Inutile citare le prese per il sedere relative alla recente riverniciatura della Gippiola. La bella mostra, da parte di Simplo, del Bullock convince tutti quanti che, in fondo, si tratta di un'ottima riuscita.

Si distribuiscono le ultime magliette e le cartine stampate da Toi su fogli A3 in scala 1:0.5, praticissime da usare in moto.
Si è finalmente pronti a partire: per questioni "logisitche" Tweety e Simplo non possono affrontare un giro troppo lungo e a loro si uniscono Giovy & Wlady e Carlo.
Tutti gli altri seguiranno Toi per un bel girone intorno al Gennargentu. Saluti, baci ed abbracci e il gruppone parte.

Simplo sente al telefono Fabrizio che li raggiungerà entro breve tempo. Il gruppetto sale sulle moto e... arriva Daddopì.
Lo scooter presenta un problema alquanto insolito: la ruota striscia sul carter e la pinza freno raschia sul cerchio!
Controlla, controllano, controlliamo, sembra tutto a posto. I due scooteristi decidono allora di unirsi al gruppetto piccolo e vedere come va a finire.

Si parte e si va verso Su Stampu de su "Turrunu" o "Turnu", una cascata situata poco oltre Seulo.
Il posto è indicato da Carlo che, nonostante non sia sardo, conosce l'isola molto meglio di tutti i sardi del gruppo messi insieme. Si parcheggiano le moto in uno sterrato e si procedere per la "breve" scarpinata che porta alla cascata.
Il posto è magnifico: un fitto bosco lussureggiante con tanto di ruscello, finalmente, alimentato.

Nonostante il caldo e l'abbigliamento ben poco adatto all'occasione, i nostri eroi giungono sul posto, davvero bello e suggestivo!
Era stato proprio il signor Mura a dire che non molto tempo prima l'acqua era talmente tanta che non ce la faceva a passare tutta nel buco, e straripava all'esterno. Peccato essersi persi uno spettacolo simile!

Foto di rito e si risale: Fabrizio dovrebbe raggiungerci a momenti. Torniamo al parcheggio ed, effettivamente, Fabrizio arriva, ma anzichè fermarsi sull'asfalto avanza fino allo sterrato, si ferma, poggia un piede in terra, ma... perde l'appoggio e PATAPUM! L'R1 è a terra! Porcapaletta! Per fortuna niente di grave, solo qualche graffio, ma Fabrizio è ferito nel profondo. Simplo si offre di riverniciarla come ha fatto con la Gippiola, ma basta un solo sguardo degli altri per fargli capire che non è il caso.

Si scende a Sadali, anche in cerca di un distributore visto che molti sono in riserva sparata, ma ormai è tardi e l'IP riaprirà solo alle 15:30, tantovale cercare un posto per mangiare.
Arrivano notizie da Nosisape: è ad Abbasanta!! Probabilmente raggiungerà gli altri sul Gennargentu.
Tweety, prima, conduce tutti davanti all'azienda "Fragus e Saporis", ma non c'è nessuno. Contatta il titolare con il quale prende appuntamento per le 19. Il signor Mura, gentilissimo, indica anche una paninoteca poco più avanti in paese.

Il gruppo si trasferisce nel locale e inizia a rifocillarsi, grazie agli ottimi panini preparati dal gentilissimo gestore del locale, che informa che la cascata del paese e' a soli 200 m dal locale, lungo strada.

Pagato il conto (davvero irrisorio) Daddopi e Starflex si mettono a smontare lo scooter per capire cosa abbia causato i problemi precedenti e Fabrizio rimane a piangere davanti ai graffi e a cercare di diminuire il gioco della leva della frizione.

Gli altri vanno in giro per il paese a cercare la famosa cascata. Seguendo i cartelli camminano lungo Sadali e raggiungono finalmente la cascata che anima il centro del paese. ... anche qui i nostri si rendono conto che le unità di misura barbaricine sono diverse da quelle del resto del mondo, in quanto i 200m sadalesi corrispondono ad almeno 500m del SI (Sistema Internazionale).

Come diavolo facciano i Sadalesi a dormire con il rumore di una cascata a pochi metri da casa non si capirà mai.
Il posto è senz'altro suggestivo, grazie anche alla presenza del mulino ad acqua e del curioso cartello "Divieto di pesca" posto in prossimità della cascata.

Si procede alla ricerca di una grotta da visitare, ma non si riesce a trovarla, sia per via del fatto che è ora di pranzo e, probabilmente, è chiusa, sia perché dsono in corsi molti lavori di restauro nella zona del centro storico.
I tre "meccanici" raggiungono il gruppo ed insieme si torna alle moto. Si va al distributore e si procede al pieno per partire alla volta di Monte Arbu e di Pedra Liana, simbolo del raduno riportato anche sulla maglietta ufficiale.

Ci si ferma a Seiu per accedere ad un bagno decente. Mentre si parcheggia Fabrizio si appresta a mettere il lucchettone, ma Wlady lo ammonisce "Guarda che si offendono! La moto non te la ruba nessuno, stai tranquillo.. al limite te la graffiano, la spaccano, la devastano, ti squarciano le gomme, strappano gli specchietti o la bruciano, a sfregio, ma non la rubano!". Rassicurato da queste confortanti parole Fabrizio rinuncia al lucchetto.

Espletati i bisogni si riparte e si segue Carlo che porta il gruppo verso il nuraghe Ardasai.
La strada è un po' stretta e presenta diversi buchi, ma andando tranquilli non ci sono problemi e, sopratutto, vale la pena percorrerla solo per lo spettacolare scenario! Montagne, valli, rocce, verde e cavalli che passeggiano per strada!

Sosta al nuraghe, foto e si riparte. Poco più avanti ci si ferma per fare le foto a Pedra Liana, la caratteristica punta rocciosa, dove, per la serie "senza vergogna", alcuni sciagurati si lasciano fotografare di spalle, indossando la maglietta del raduno, mostrando la Perda Liana raffigurata nelle magliette contro quella vera..

Via, allora, verso Gairo e poi si rientra da Seulo: un pezzo di S.S.198 davvero bellissimo, con un ritmo di curve dolce e fluido e un asfalto da pista.

Il ritmo si fa sempre più serrato (per essere un gruppo di fermoni):
piega, contropiega, staccata.. quando, nel bel mezzo di una salita, si arriva ad un tornantone a destra, molto chiuso.
Carlo, il primo del gruppo, va dritto, seguito, nell'ordine, da Daddopì, Simplo, Wlady e Fabrizio.
FUM, FUM, FUM, FUM, FUM...

Cinque moto in uno spiazzo sterrato, un po' di polvere, la strada alle spalle e i piloti a guardarsi come a dire "Ma che cacchio è?!". Poi si scoppia tutti a ridere e si riparte.
In un modo o nell'altro si giunge a Sadali, all'appuntamento con Fragus e Saporis.

Il signor Mura si mostra molto gentile e illustra la sua: si tratta di un'azienda biologica che estrae oli essenziale dalle piante aromatiche tipiche della Sardegna. E qui comincia un escursus mirabolante... in un'ora il sig.Mura riesce a raccontare: la storia della sua azienda, la storia della sua vita, la storia delle erbe aromatiche in Sardegna, i misfatti della giunta Palomba, i misfatti della giunta Pili, i misfatti dell'Università di Cagliari, i misfatti dell'Università di Sassari, la vita di un ricercatore giapponese, la vita di un ricercatore svizzero, alcuni cenni sulla politica agricola della CEE, le proprietà teurapetiche del rosmarino, la differenza fra le varie piante di rosmarino, le proprietà teurapetiche del tasso, la sua idea d'imprenditoria nella Barbagia e altre cose.

Con un curioso apparecchio elettronico, inoltre, dimostra come il tasso d'inquinamento atmosferico a Sadali sia pressoché nullo.
Il tutto condito da offerte di ottimi crostini al rosmarino e assaggi di vari liquori, fra cui "Su Pastori" per tacere dello splendido liquore alle mandorle amare.

Il primo, a detta del sig. Mura, dovrebbe aiutare Daddopì a ritrovare la sua voce perduta. A distanza di 5 giorni, alla pizzata, Daddopì sarà ancora piuttosto afono.

Figuriamoci se non avesse neanche bevuto il favoloso liquore!
Ad ogni modo si tratta di un singolare personaggio, la cui cortesia ed ospitalità è pari solo all'orgoglio tipicamente barbaricino e alla voglia di fare, anche contro tutto e contro tutti!
Comunque, i membri del gruppo comprano chi il liquore, chi una fiaschetta di "Su Pastori", chi un olio essenziale, salutano e si dirigono all'albergo.

Qui ci si riunisce col gruppo del "giro grande" e, a tavola, si scambiano impressioni, pareri e battute, fra ravioli, prosciutto fatto in casa, caglio, formaggio caprino, ricotta salata e altre squisitezze. Dopocena si è tutti un po' cotti, ma ci sono ancora le forze per scambiare quattro chiacchere al bar dove Nebbia, per addormentarsi, non aspetta neanche di essere solo!
Durante i bagordi salta fuori che Alfredmann si è fatto un autoscatto molto particolare. Niente di "zozzo" per fortuna! Ha semplicemente lasciato la moto accesa su uno sterrato, ha quindi piazzato la macchina fotografica su una roccia ed attivato l'autoscatto (10 secondi). Quindi ha corso come un pazzo verso la moto, ci è salito, ha messo due marce e l'ha intraversata giusto in tempo per lo scatto. Già l'impresa avrebbe del folle in questo moto, ma se si da un'occhiata alla foto ci si può rendere conto di quale distanza esisteva fra la macchina e la moto! Alfredmann: una leggenda vivente!

L'indomani mattina è già tempo di saluti. Solita colazione a colpi di cornetti caldi animata dalla singolare richiesta di Sandro Foresti che chiede alla locandiera "Signora, se le CRESCE del latte di capra vorrei assaggiarlo!".
Attimo di panico della ragazza che rimane un attimo interdetta non capendo se si tratti di una proposta indecente, una spiritosaggine o una sbornia non ancora smaltita!
Dopo qualche istante l'intera tavolata si solleva ad insultare Sandro e le sue stranezze, così la signorina ha modo di scappare! Dopo qualche minuto, comunque, tornerà con del latte di capra, forse nella speranza che al Foresti vada di traverso!

Nel parcheggio, dopo sole 3 ore di proposte, proteste, minacce, scherni ed insulti, si riesce ad allineare le moto per una foto e dopo solo un'oretta di sistemazione di macchine fotografiche si esegue uno dei più belli e completi autoscatti della storia di IHM.
I gruppi, ora, si dividono anche se più o meno si farà tutti la strada verso la costiera, ma le andature sono piuttosto differenti.

La moto di Carlo non parte... prova e riprova... niente! Si avvicina Simplo e, con la sola imposizione delle mani, riesce a farla accendere! Chi dice carisma, chi dice magia, chi dice esperienza... i più propendono per il "culo".
Il solito gruppo dei fermoni (Simplo&Tweety, Wlady&Giovy, Carlo, Fabrizio e Daddopì&Starflex) parte pure in ritardo! Sulla strada si incontra un gruppetto di "continentali" alle prese con le foto in un passaggio a livello non custodito dove Alfredmann e la sua Africona interpretano la parte del treno sulle rotaie!

Poco dopo Seui Un giro di telefonate informa che il Diversion sta di nuovo facendo le bizze, così si decide di tornare a recuperare Carlo. Si fa sosta in una piazzetta di Seulo, aspettando che il Diversion si decida a ripartire e che Daddopì e Starflex arrivino (erano andati già piuttosto avanti, alla faccia della fermonaggine che doveva contraddistinguere il gruppo!).

Simplo ne approfitta per rifare la carburazione alla Gippiola e accorgersi che uno scarico stava per staccarsi dalla moto!
Ricompattato il gruppo si prosegue molto lentamente verso la strada interna, più breve e quindi più "sicura" viste le condizione della Yamaha di Carlo. Qui e là la moto si ferma, ma dopo qualche minuto di pausa riparte fino allo stop "definitivo" a Mandas.

Simplo&Tweety e Wlady&Giovy sono già avanti e, arrivati a Suelli, si mettono in contatto con gli altri.
Non si capisce cos'abbia la moto! Starflex ipotizza sia la pompa della benzina e si appresta ad escluderla e bypassarla.
Fatto questo lavoro la moto non parte lo stesso. Si chiama l'assistenza, ma dopo qualche minuto il Diversion si accende. Le tre moto procedono spedite verso casa di Carlo, finché dura!

Gli altri mangiano un panino in un "mini-ristorante" di Suelli e poi si apprestano a tornare a casa.
Simplo: "Wlady passiamo da Dolianova o dalla 131?" Wlady: "Dolianova!"
Simplo: "Ok!".
Dopo 10 minuti si ritrovano sulla 131...


Simplo
Si ringraziano per la collaborazione e i suggerimenti:
Carlo



 
Racconti