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CMRS 2005 |
Per godervi il report, sarebbe consigliare leggerlo mentre si guardano le foto, disponibili qui. |
Il Raduno Sardo 2005 scritto da PMF! E' il momento di fare il diario. Day 1 -> GIOVEDI' 21 Aprile E' il Natale di Roma, e' il giovedi' in cui mi convocano ad una importante riunione, e' il solito giorno di partenza per un CMR programmato da tempo: all'ultimo minuto ti chiamano da un'altra parte Si aggiunga che il meteo non e' cosi' favorevole, per quanto riguarda l'appennino, e quindi rinuncio all'idea di incontrare a Reggio Emilia gli altri componenti della pattuglia "tra la via emilia e il west". Ci troveremo direttamente nei pressi di Aulla. Si parte verso le 15, per sicurezza in autostrada. Ah, dimenticavo: dopo oltre un mese, la nuova moto non si vede, quindi abbiamo caricato abbestia la mitica TCat, e siamo partiti per l'ultimo viaggio, dove sono certo si fara' onore, e lascera' ancora una volta virgole nere sugli asfalti delle piste sarde. Le considerazioni economiche sul portarmi via una moto appena immatricolata (arrivata il giorno prima della partenza) le avevamo fatte qui. Se succede qualcosa, meglio succeda al vecchio cammello. Si aprte quindi, e sulla A15 si coglie un insolito freschino. molto freschino, qualche spruzzo d'acqua, e TROPPO freschino. PEr fortuna non avevo tolto l'imbottitura alla giacca. Usciti ad Aulla, rialiamo di pochi km (frazione SOLIERA), per incontrare gli emiliani che scendono dal Cerreto. Anche loro si lamentano del freddo, e avendo fatto il valico vero e proprio, hanno trovato la neve sulla strada! si, il maltempo dell'ultima perturbazione di aprile, oltre i 1000 metri tendeva ancora a fare neve, cfr. le prime 5 foto dell'album di Fra per la testimonianza. PEr rinsaldare gli animi, il putno di sosta "casualmente" cade davanti a un bar, che e' pure sede di Inter club (per il giubilo di Tinto), e dve una birra riporta la temperatura ai giusti termini. A quel punto si prende la tortuosissima strada che scende verso la SS1 Aurelia, per diricerci a "marina di Luni", un accogliente appartamento ribattezzato "Magamarittima" in onore di colui che ci ospita. Arrivati, ci rendiamo conto di due cose: l'appartamento e' modello ClaudioBisio "vista-autostrada", e il MAga non sa come aprire il cancello elettrico. Da uesto momento il tormentone del CMRS sara' "GRANDTEMAGAAAAA!!!" ad ogni difficolta'. cmq, sbrigate le questioni di scaricamento bagagli, e il cambio, si decide, primad ella cena, di fare cio' che ogni fighetta deve fare per essere una vera fighetta motociclistica: AL FORTE, AL FORTE! Quindi la pattuglia si dirige verso il luogo dove tutti sognamo di passare le nostre estati: il Forte (dei Marmi), con annesse focaccine in zona pedonale, scansamento di Cayenne (due in fila, davanti alle SLK parcheggiate), piccolo shopping presso le locali vetrine di Gucci e Cavalli. Testimonianze fotografiche sempre nella prima pagina delle foto di Fra... :) Esaurita la fase "siamo gente id un certo livello", si riprende la strada per tornare al ristorante dove faremo la cena, un mitico ristorante Argentino, dove si pasteggia esi cazzeggia fino all'ora del post- liquore. Le foto della mitica carne alla brace sono su foto 1 e foto 2 Insomma, sazi e sorridenti andiamo a imbrandarci presso Magamarittima (sempre con Maga che non riesce ad aprire il cancello automatico), per una sveglia antelucana che ci porti a Livorno, all'imbarco per golfo Aranci. Ma questo e' DAY2... DAY 2 -> Venerdi' 22 Luglio Sono le 06:25, e la solita pattuglia, ormai nota alle Fdo, composta da Kawa636verdona, TCat rossa, CBR6Nera, ST4S cannadifucile, R1100Snera, sfreccia s sfila sulla autostrada per Livorno e si dispone in fila sul molo, dove gia' sono in corso le operazioni di imbarco. E mentre si attende il turno, ecco che romano da ogni dove altre moto: Di la', sunano dei clacson, e si riconoscono le simpatiche signore di due anzianotti motocicilisti: papy e saccenti. Nemmeno il tempo di dirgli "bucajoli!", che un rombo ci distrae, e da una entrata che non esiste (il lato opposto del porto), ROTOLA verso il nostro gruppo una strana moto nera, con 3 bauli grandi grandi, e un motociclista magrino magrino... il polentaro! Gia' ci vorrebbe qualcosa per riprendersi, ma... sbucano due fantasmi che ripondono al nome di Might e Maurizia! Insomma, un raduno nel raduno! Che il viaggio si svolga nella piu' asosluta letizia, e secondo i noti canoni di ihm, e' ovvio. l'esemplificazione di questi momenti di semplice attesa, passati nell'ansia di rimettere i caschi int esta, sono esmeplificati da questa foto dove si puo' notare l'occhio spiritato del motociclista, la fremente e vibrante mossa del ciuffo che ambisce ad aprire il gas... Insomma, si arriva, si sbarca, e per non smentirci, allo sbarco troviamo ad attenderci l'ottimo Giuseppe PEtino, con la sua rombante CBR9, ormai famosa sulle curve di tutto il nord Sardegna. La pattuglia riparte, e prende la strada per Monti, al fine di percorrere la sua prima pista, detta anche SS389 per Budduso'-Bitti. Le moto della pattuglia sono ormai un battaglione, sono ormai 11, se non sbaglio i conti, e dopo il primo pieno a Monti, si cominciano a vedere le curve, e i paesaggi. Ora, descrivere un paesaggio in sardegna non e' facile, e mi e' particolarmente cara la definizione di Sandro: "vedi la Sardegna, e poi Cuba la cancelli con la gomma dalle carte geografiche, non c'e' paragone". Insomma, si passa dalle sugherete, ai pascoli (alcuni paesaggi nei servizi di Spino e Garavaglia danno un pallido esempio di cio' che si attraversava), si gira intorno a montagne dove il granito si erge in forme bizzarre, a castelli, per passare a zone dove predomina il basalto nero... il tutto in un silenzio irreale (solo il rombo delle moto ci accompagna) e in una solitudine ASSOLUTA. Ecco, quello che sipercepisce da un luogo a un altro e' sempre la solitudine, il vuoto. Una strada parte da un paese vuoto, per arrivare ad un altro paese ancora piu' vuoto. e in mezzo IL NIENTE, ma un niente pieno di tutto. Si gira un versante, il sole fa capolino dalle nuvole, e l'odore intenso del mirto, della ginestra, ti colpisce come un puigno. No, difficile descrivere tuttoq uello che si vede. A BITTI, a causa del tempo nona ncora perfetto, alcuni dei partecipanti prendono la strada iretta per Dorgali e l'albergo, al fine di provare a riscaldarsi, mentre il resto della pattuglia eroicamente si lancia nella sua quotidiana Mission Impossible: la ricerca della Cantina Sociale Ora, non tutti sanno, che in SArdegna, tra le tante cose meravigliose, le (pochissime) cose poco belle, le infinite varieta' di paesaggi e di luoghi, esiste da anni una battaglia sotterranea, tra gli emiliani e le locali cantine sociali: ogni qual volta la pattuglia emiliana si e' avvicinata ad una cantina sociale, quale per il cannonau, quale per il vermentino, quale per altro vino di livello, e' sempre stata repsinta con perdite su tutta la linea. Anche questa volta, la battaglia prende fuoco, quando una telefonata mattutina di Simplo, e una pomeridiana del sottoscritto, avvisano la cantina sociale di Oliena, patria del mitico Cannonau NEPENTE: "ehi, siamo acquirenti motivati e danarosi, di quelli continentali, con i soldi che escono dalle orecchie. Aspettateci, che veniamo a comperare!" Risposta della cantina sociale: "alle 17 chiudiamo, magari vi aspettiamo epr 5 minuti". Il terrore e la disperazione aleggia negli occhi dei presenti, ma come nostra abitudine ci lanciamo, mai domi, verso l'inesistente circonvallazione di Nuoro, per superare l'intrico di strade senza cartelli, e fare urlare i motori verso Oliena, alle falde del Supramonte. Arrivo a Oliena alle ore 17:15, forse 17:16, passaggio davanti a posto di blocco de paura (fortunatamente stavano gia' controllando un'auto, ma due CC ci seguono molto molto interssati con lo sguardo e il corpo), e troviamo al cantina sociale irrimediabilmente sbarrata. Ancora una volta, la guerra del vino e' stata persa... In ogni caso e' ora di una sosta, quindi ci dirigiamo davanti alla chiesa, nella piazza locale (piazza? avessero un piano urbanistico questi paesi...) e mentre la pattuglia si rinfranca scolando giusto un paio di bottiglie di rosso (solo un assaggio signora), all'esterno del bar, sulla piazza, si svolge una delle scene che rimarranno nella storia: Polentaro, che non beve in questi casi, rimane accanto alla fila di moto, e viene asalito da una turba di ragazzini che gli domandano le cose di tutti i ragazzini, "quanto fa, ma impenna, facci vedere che impenni, ma come e' bella la moto verde". E lui qual novello Erode, se li trascina, mostrano orgoglioso il suo dominator "vedere bambini, qui ho perso il fondello di uno degli scarichi, qui mi si sta per staccare il connettore delle luci, qui e' crepato il porta bauletto". Insomma... scene che fanno lacrimare gli occhi, e mi costringono a riparare nel bar per la mia solita birra. Da qui ci si dirige verso la destinazione finale, che viene preceduta dalla famosa galleria di Dorgali, galleria dalla quale si sbuca in cima a un vertiginoso Toboga che porta a Cala Gonone. Siamo all'albergo, le facce sono sorridenti, le camere sonoa ccoglienti, e' il moemnto finalmente di rilassarci. Possiamo con calma sorseggiare la ichnusa (alla spina!), e predisporci per la cena, che saara' svolta (le testimonianze fotografiche sono in tutti i foto album) in assoluta rilassatezza, ma soprattutto in trepida attesa del vero dominus di tutto cio': il nostro ospite SIMPLO, che giuingera' verso le 22 dotato di bagagli sin sopra le spalle... E' sera, siamo riuniti, e ci siamo ritrovati con quasi tutti i partecipanti. manca solo qualcuno in arrivo sabato, e ci giunge pure l'appuntamento graditissimo di Jamira per l'indomani. Si ride e si scherza, fino all'ora di dormire, ptonti, perche' l'indomani sara' una grande giornata.... sara' DAY3 Day3 -> Sabato 23 Aprile (no, non luglio, non ci siamo ancora arivati al CMRO) /Mode Piero Angela ON E' l'alba, gli uccelli sguittiscono, le cicale friniscono, il mare mareggia placido sul molo, e il motociclista si stira perche' la brezza mattutina annuncia la sua giornata di gloria /Mode Piero Angela OFF Si fa giorno, e stanche facce affamate si gettano sul buffet della colazione, in attesa di quanto deve venire. tutti si scrutano. i piu' solerti vanno al cortiletto delle moto e cominciano a portarle in strada per la partenza (vedi foto) i piu' svegli facendo finta di nulla salgono silenziosamente sulla moto per andare a fare il pieno e fregare quelli che si accorgeranno di avere bisogno di rifornimento (succedesse mai, MAI che si faccia il pieno prima di partire...) i piu' golosi si tuffano nel solito vaso di marmellata di castagne che viene messo sui tavoli. la tenuta, epr ingannare gli altri concorrenti del GP (alta barbagia e baronie" non e'quella professionale, anzi, a dire la verita' e' quella professionale (cfr. foto) degna di ogni CMR che si rispetti. Tanto cio' la moto con il pieno, la zavorra che ha deciso di passare la giornata ins piaggia, e in tasca uin contratto con il concessinario gia' firmato: se anche mi arrotolo addosso a un cinghiale, in vetrina c'e' un VFR a me intestato che mi aspetta. Qualche moto mostra aspetti inquietanti , ma nel complesso si cazzeggia, all'alba delle 10 e passa, secondo il noto principio "partire per secondi, che cosi' non e' colpa mia se ci perdiamo". In effetti si pone un dilemma: alcuni eroi stanno sbarcando, e vorrebbero lasciare i bagagli. Il giro prevcisto, secondo la teutonica programmazioen di SIMPLO, e' alquanto lungo e impegnativo, soprattutto promette di non prevedere grandi rettilinei, ma soprattutte curve, pieghe, curve strette, pieghe feroci, e tante altre curve. Insomma, dopo avere fatto tanto finta di nulla, si giunge alla decisione: la prima pattuglia partira', e dara' via via indicazioni ai susseguenti, in modo da farsi ritrovare, preferibilmente all'ora di pranzo, che si svolgera' nella zona verso Oschiri-Tempio. In questa maniera anche Jamira potra' convergere con la sua automobile, il suo cagnolino, il suo amato Campa. Tutto questo, come sempre, impegna il motociclista in attivita' cosi' frenetiche da risultare quasi impossibili: - indossa giacca - metti casco - gira chiave - inserisci marcia e parti comprenderete da soli, che tutto questo, moltiplicato per 25-30, comporta sforzi sovrumani. Insomma, come ogni volta, non faccio a tempo a infilarmi i guanti (sono ormai le 11) che un bucajolo mi urla "ma che cazzo di fretta hai? ma perche' scappi sempre?" Sono troppo signore per farlgi presente (a quel FERMONE) che 300 km non sono bubbole, e che vorrei essere a casa per cena. Giusto il tempo di tirare quattro calci alle moto ferme, urlare il noto richiamo del pastore sardo "Ayo', si parte", e accendo la moto Ora, ricorderete dal traghetto, si materializza la sagoma di Night con Maurizia. Stiamo parlando delle 11, l'ora dell'aperitivo forse, ma la faccia dei nostri compagni e' di chi e' stato buttato giu' dal letto a meta' del sonno. E il buon Night, mentre una dietro l'altra le moto si avviano, si rivolge al nostro Foresti dicendo: "a che ora abbiamo detto di partire?", ricevendo una significativa risposta, modello Generale Custer: "cazzo dici Andrea? Quelle sono le moto, quelli stanno partendo, laggiu' ci sono gli indian... ehm, le curve". Poi sale in moto, e anche l'ultima BMW a 15.000 Volt entra a far parte del gruppone. Da qui si risale nel Toboga che abbiamod etto (la strada per la galleria), in direzione di LULA, BITTI, PATTADA. A Pattada, per ricompattar eil gruppo, viene fatta una sosta, con reintegrazione dei liquidi (non crederete che noi si beva birra a digiuno... nonoonono!), visita alle botteghe artigiane, e ultimi contatti con Jamira e il secondo gruppo inseguitori per il pranzo Questo viene Fissato in quel di Oschiri, dove ci trovremo, nl paese deserto, a saccheggiare un bar trattoria. sono le foto che vedete con le moto tutte in fila, compreso un ORRIBILE Marco Re in pantacalza e braga di cotone elasticizzato (bleah... che visione!) Jamira decide di rimanere a cena con noi, e ad una certa ora l'orda, perche' ora di orda si tratta, parte decisa alla volta della VALLE DELLA LUNA, TEMPIO, CALANGIANUS, TELTI La valle della luna e' bellissima, e le curve si snodano sotto le ruote. il gruppone si spezza, as usual, per ritrovarsi qua e la' ai vari punti di sosta e di incroci dove si deve controllare l'orologio e la cartina. Poco alla volta insomma, siamo sempre di meno, c'e' anche un problema di rifornimenti, che viene risolto a MOnti, per riprednere poi la SS389 prima delle ultime fatiche. Poco prima di Ala' dei sardi la strada gira in direzione di TORPE', un percorso che scopriremo essere la fine del mondo. I miei compari davanti decidono di tirare diritto, per un caffe' in paese, mentre io mi rigiro a U (un classico delle strade sarde), e cosi' vengo raggiunto da Alfredmann e Maga. Si formera' il trio piu' strano ed eterogeneo della giornata: giovane promessa su moto-da-sparo usata per la prima volta, un pollo su moto con velleita' fuoristradistiche, un doppiopollo che gira su una moto che doveva gia' essere rottamata e invece e' ancora in strada. Ora, pensate a una strada, che sulal cartina misura 42 km, che parte da un bivio ion mezzo a una sughereta (il nulla), che arrivera' dopo infinite curve ai bordi di un lago (il lago di posada) senza anima viva. e in mezzo paesaggi da sogno, asfalto in buona aprte appena rifatto, e IL NIENTE di niente. solo ruote, curve, curve, ruote, gas e strada. Cosi' e' la provinciale che va a Torpe' passando per il lago di Posada: un delirio, un sogno. A Torpe', mentre ci reidratiamo, vengo ragigunto dal ragguaglio della posizione del resto delle truppe, e facendo conto dell'orario, si decide di proseguire per completare il percorso. Si tratta dell'ultimo percorso "non standard" indicatoci da Simplo: la strada che da Siniscola sale alla Cantoniera Sant'Anna, e da qui parte costeggiando il Monte Albo fino a LULA. Nella sezione foto di Alfredmann potete vedere una idea del primo tratto, pezzo da gara di campionato velocita' montagna, mentre il resto e' un ulteriore delirio: fate conto una strada sospesa sulal costa, che si snoda per 26 km, e in totale tenete la moto diritta per circa 800 metri. Giuro: dopo quel pezzo, ogni altra strada dei giorni seguenti mi sembrava _troppo_ diritta e troppo veloce! A Lula, si riprende il solito percorso, pee rientrare velocissimi a Dorgali, e all'albergo. Talmente veloci, che mi distraggo, e all'incrocio della statale, con regolare stop e cartelli, accanto alla caserma-bunker dei CC, mi avvedo dello stop all'ultimo secondo, e tiro una staccata quasi a ruota alzata. PEr fortuna i compari tenevano una distanza decente! Arrivati all'albergo abbiamo le brutte notizie: la moto di Fra non ne ha voluto sapere (la puttana), e il ragazzo rientra velocemente come passeggero della 1100S di Foresti. ci facciamo la doccia, e ci sistemiamo per la sera, con il noto abbigliamento casual da CMR. Alle 19, arriva Tinto e ci porta la ferale notizia: Nelle ultime curve prima di arrivare in zona, Foresti ha avuto un incrocio pericoloso con un'auto, e nel raddrizzare la moto ha pinzato ed e' finito a terra. contusioni, botte, purtroppo la forcella della moto e' irrimediabilmente piegata. Il tempo di arrivare in qualche modo a parcheggiarla, e un buon samaritano si fa avanti, telefonando all'amico meccanico di Dorgali. Insomma, di Sabato, alle 19:30, con anche il lunedi' seguente festivo, troviamo un meccanico che carica la moto, si dice disposto a controllare i danni epr fare in modo che possa ripartire, o al limite riportarla, e si fara' carico anche del recupero della Ducati. I due protagonisti sembrano nona vere riportato grossi danni, se non alcune contusioni. L'abbigliamento teNNico ha fatto il suo mestiere, a partire dal casco, parachiena, ecc. Solo dopo oltre una settimana Sandro scoprira' di avere incrinate 5 costole :(((, ma al momento si riesce ad andare a cena La cena e' un po' piu' ruspante di quelal della sera precedente: sono presenti altri 60 motociclisti nella sala accanto, noi siamo in 47, e tutto questo comporta un allungamento dei tempi e un minimo di scompensi inevitabili nel servizio. Ma riusciamo a portare a casa il pasto, a fare il tradizionale scambio di doni tra il Camuno (in rappresentanza dell'on. Calderoli, a rinsaldare l'unita' nazionale) e la Somma Guida Locale SIMPLO (in rappresentanza dei paesaggi sardi, delle spiagge rosa, delle basi militari NATO e delle piu' belle strade del mondo). viene svolta pure una laudatio delle strategiche scelte dell'organizzatore, scelte che hanno condotto a questo perfetto CMRS/(N), e che promette di rimanere negli annali A tarda sera, sul molo, si osservano le onde portare dal maltempo, e ci si interroga su come sara' la giornata di domani. E' in programma il famoso "Gran Premio Genna Silana-Orientale Sarda", e si spera che la direzione corsa non debba esporre la bandiera "gara bagnata". E' molto tardi, la giornata e' stata impegnativa, e abbiamo due caduti mentre compivano il proprio dovere di motociclisti. E' l'ora del giusto riposo. Domani dobbiamo percorrere la parte-spettacolo, domani sara' Day4 Day4 -> Domenica 24 Aprile E' l'alba, ovvero, e' tarda mattinata, quando i motociclanti mettono il naso fuori, e osservano la classica "giormatadimmerdamerdamerda". Qualcuno ieri sera ha resettato il meteo, e quello che si osserva dall'albergo e' un giorno plumbeo, dove non si vede neppure tutta la cosa del monte alle spalle di Cala Gonone. Si sospetta navigazione tra le nuvole. Gia' ci si dispiace, in quanto per affrontare il GP "orientale sarda-Genna Silana" la direzione corsa obbliga a montare i pneumatici da pioggia. Oltre tutto c'e' da trasportare Sandro, e se ne incarichera' TOI, sulla sua capace auto, ma soprattutto scortare il Fra a pagare il riscatto della Ducati, presso il cuggino pastore. Breve conciliabolo, e (devo ammetterlo), rinuncio alla prospettiva: la mia zavorra oggi ha deciso che vuole fare il viaggio e che e' troppo allettante il pranzo tipico in trattoria. I sacrificati saranno quindi Tinto e Maga (detto "la giovine promessa"), che ci guardano partire con una lacrimuccia all'angolo dell'occhio destro. La aprtenza e' la solita: con 110 km da fare, all'alba delle 10:30 meta'd el gruppo si lamenta "perche' avete troppa fretta". Accesi i motori, non si fa a tempo a salire il terzo tornante della strada che ci troviamo in mezzo alla nuvola. Anche la galleria di Dorgali viene percorsa nella nebbia totale, suonando i clacson alla maniera delle petroliere in mare aperto. Dalla galleria si aggredisce la SS125 nel suo pezzo piu' famoso: Dorgali-Baunei. 60 e piu' km di pista pura, deserta, goduria ai massimi livelli. goduria che purtroppo e' mitigata dalla nuvola che fantozzianamente cala sui nostri caschi, e ci impedisce da un lato di godere di uno spettacolo paesaggistico straordinario, e dall'altro inumidisce la strada, impedendoci di operare la solita toeletta del motociclista: cotton fioc nell'orecchio, e pulizia del medesimo nelal percorrenza di curva. Vista cosi', aprofittiamo del valico principale, GENNA SILANA (1017 m. slm) per la sosta caffe'. Trovate nelle pagine di simplo molte testimonianze di questa sosta. Fate conto, nei fatti, di vedere emergere dalla negbbia un casottino-bar, come se arrivaste in cima al passo Sella a meta' autunno. Fate conto che l'umidita' e il freddo vi siano entrati nelle ossa come in cima al passo sella in autunno. Fate conto di entrare, ordinare un caffe', e trovarlo cattivo come quello che fanno in cima al passo sella in autunno. Fate conto di trovare nel bar il camino acceso, e tre persone infreddolite, come in cima al passo sella in autunno Ecco, Genna Silana nella nebbia e' tutto questo, manca solo il barista che parli come un altoatesino delle valli. Anzi, quella pronuncia c'e', diavolo... ma siamo in Alto Adige veramente? Ah, no... e' solo che alle 11:30 e' in corso la prima messa di Papa Benedetto XVI, e la tipica pronuncia altoatesina viene dalla TV accesa sull'evento! L'arrivo del gruppo seguente, e dei soliti frizzi e lazzi ci induce a considerare questa terrificante situazione: la strada e' umida, la visibilita' e' poca, causa nebbia, e il ristorante distante. Diavolo, dovremo fare il GP a passo d'uomo, e cercare di arrivare in tempo. La discesa da genna Silana per Baunei e poi Santa Maria Navarrese e' immersa in una nebbia di tipo milanese, o ferrarese. In mezzo a questa nebbia d'improvviso tutti abbiamo la visione di un ometto, con giacca di veluto marrone, che a bordo strada si agita e urla. Pensiamo tutti "cazzo, qualcuno e' volato", e invece si tratta di un cortese pastore che ci avvisa "vi prego, non investite le mie mucche". Le quali mucche appuno, hanno deciso che il pascolo migliore e' l'asfalto della SS125... vabbe', allora siamo proprio in Sardegna! L'Orientale Sarda ci porta km dopo km per i paesi di Tortoli, Barisardo, fino al bivio per Jerzu, e poi al ristorante, attraversando paesi sempre piu' deserti. e' al ristorante dove riusciamo a dare il meglio di noi, giacche' il semplice assaggio della carta musica (o pistoccu, in ogliastra), rivela bonta' inenarrabili. La ristoratrice, Signora Concetta, e' cortesissima, e solerte ad ogni richiesta. I piatti si snodano sulle nostre tavole, e scompaiono alla velocita' con cui in moto scompaiono le curve sotto le nostre ruote (a questa affermazione, astenersi motociclisti in dieta e fermoni...). Una piccola digressione a questo punto va fatta: ovviamente, al ristorante, si cerca di capire quanti sono in viaggio, quanti stanno arrivando, quanti invece salteranno perche' si sono fermati. E una delle telefonate vede il ns. Simplo alle prese con Night: siamo oltre le 13, e Simplo cerca di convincere Andrea "che non c'e' poi molta strada, puoi arrivare in tempo". Chiusa la telefonata, ammette che Andrea in quel momento e' a Baunei (85 km di nebbia piu' in la'...). Giustamente Andrea non si fa convincere, e pranzera' a Baunei.. :))) Gli antipasti servono solo a riscaldare lo stomaco i primi ci inducono a richiedere una verifica piu' approfondita (purtroppo non ce ne saranno altri, dovremo ribadire alla prima ocasione) il porcetto che ci viene portato, provoca ululati e orgasmi digestivi: morbido, con la pelle croccante, delicato... una roba da rimanere senza parole! Ma per essere sicuri che lo stomaco del motociclista venga saziato, segue un vassoio di cinghiale in umido. Ora, voi mi direte, il cinghiale ben lo conosciamo, giacche' e' piatto tipico nei ns. appennini, e ne conosciamo molte ricette. Beh, amici, SCORDFATEVI tutto cio'. Il cinghiale che ci viene portato non ha nulla a che fare con quanto conoscevo del cinghiale. E' profumato, chiaramente di una sostanziosa marinata di vino. NON e' coperto da intensi sapori di erbe, che solitamente nascondono il gusto selvatico. Ma soprattutto, e' di una morbidezza che fa venire le lacrime agli occhi. Probabilmente e' un cinghialetto giovane, fatot sta che nona vevo mai assaggiato uno spezzatino che fosse morbido come un vitello da latte. E, come potete vedere nella sezione foto, segue l'apoteosi del noto Casu Marzu, assieme al Callu (stomaco di capretto giovane fermentato). I ragazzi si gettano sui due prodotti, tessendone le lodi, e facendo scomparire adeguati pezzi di carta musica bene ricoperti. A fronte di tutto cio', le seadas servite calde, il mirto di casa, e il finale del pranzo sembra scomparire, anche se meriterebero da soli un adeguato racconto. Nel frattempo le nuvole vanno e vengono, e nulla si capisce della evoluzione del tempo. La partenza vede quindi differenti opzioni di percorso, in base alla stanchezza e alla voglia di rischiare. Io mi dirigo verso Ulassai, per fare al ritorno il percorso che era previsto epr l'andata: l'attraversamento della Valle di GAIRO, il superamento del Valico del Monte Tricoli, per scendere verso Lanusei e Tortoli', dove riprenderemo la SS 125. Il primo pezzo del rientro e' semplicemente spettacolare: il tempo ci permette di osservare sui due lati della valle i vechci paesi abbandonati (per frane) di Osini e GAiro Vecchio, attraversando poi i rispettivi gemelli rivostruiti pochi km piu' in la': Osini Nuovo e Gairo Nuovo. Si risale poi sul monte, passando per una delle foreste piu' suggestive dell'Ogliastra, la Foresta di Selene, in picchiata su Lanusei, dove ci accoglie di nuovo al nebbia, e poi al fondo la Orientale. Arrivati a Tortoli', e pronti a riprendere la salita per Baunei, Tinto mi avisa che, rientrati alal base, fara' un giretto attendendoci a Genna Silana. torniamo quindi in quota, per ritrovarci in mezzo alla maledetta nuvola, nebbiosa ma soprattutto umida di goccioline,c he ci raffredda la stanche ossa. E' di nuovo un pomeriggio assai stancante, e per fortuna, salendo al valico, usciamo dalla nebbia e finalmente ci godiamo il paseaggio dell'ogliastra interna. Al Passo di Genna Silana ci fanno visita (vedi le foto), tre piccoli maialini, praticamente tre versioni del nostro pranzo, che curiosi passano vicini alle moto, pronti per andare al loro truogolo (sono quasi le 17, per loro e' ora di pappa!) Ora, finalmente, la strada e' asciutta, la visibilita' perfetta, la temperatura ideale, e allora la "giovane promessa" si mette int esta al gruppo, e percorre gli ultimi km fino alla galleria di Dorgali alla andatura "devo guadagnarmi l'ingaggio per il prossimo GP, meglio aprire questo gas", fino all'arrivo all'albergo, con le moto belle infangate, ma felici e ben sazi Troveremo la moto del Fra che ha deciso di rimettersi in moto, anche se e' stata recuperata a grande fatica (gli avevo detto di portarsi contanti per il riscatto...), ma che il giorno dopo fara' decisamente dannare il proprietario. Le notizie sulla moto di Foresti sono del tipo "speriamo di riuscire a raddrizzare le forche, altrimenti non riusciresti a viaggiare neppure a velocita' turistica", quindi per l'indomani e il eprcorso di rientro al traghetto e' tutto incerto. Nel frattempo pero' il meteo e' decisamente migliorato, il mare si e' calmato, e si prospetta un giringiro "largo" per Golfo aranci molto interessante. C'e' la cena, c'e' la solita serata a frizzi e lazzi, c'e' la preoccupazione di capire se due moto torneranno a casa su furgone, per essere imbarcate mute, o se ce la faranno MA appunto e' cosa di cui ci occuperemo domani, Day5, appunto Proseguiamo. siamo al Day5, Lunedi' 25 Aprile, il rientro. Diario di bordo del motociclista svaccato: Abbiamo visto la nebbia padana a Genna Silana, Abbiamo visto la pioggia dolomitica a Baunei, Abbiamo visto giovani promesse in sella a potentissime moto verde ramarro (e manco hanno alzato la ruota di gas...), insomma, abbiamo avuto di tutto e di piu', i km percorsi in terra sarda si acucmulano, e manca purtroppo "solo" il rientro. PEr consolarci guardiamo il calendario, e verifichiamo che l'anno prossimo il 25 aprile sara' di martedi', quindi potremo contare su un giorno di vacanza in piu'... yum yum! Ma e' il momento di rifare i bagagli. e come sempre succedono le cose piu' incredibili: il mio bauletto, che si chiudeva perfettamente all'andata, ora, per motivi misteriosi, tende ad esplodere come i conti dello Stato. Interrogaza, la mia zavorra afferma sicura "non ho comperato nulla, solo il bangoschiuma, E QUALCHE PICCOLA COSa CHE NON OCCUPA SPAZIO!" Devor apidamente decidere se sopprimerla, o chiudere il baule. scelgo la seconda, ma non sono sicuro che sia la scelta giusta. Per ricordo, i tre TCat si dispongono sul molo per la foto ricordo, e salutare la rossa che e' al suo ultimo viaggio. A imperitura memoria, il contakm ha superato ampiamente i 96mila km. Da POLLO ho pure dimenticato di immortalare il quadro strumenti! I vari gruppi decidono sulla cartina che percorso fare per raggiungere olbia/golfo aranci, anche a seconda del paercorso fatto all'andata, e delle strade che ancora non sono state battute. Divisi i compiti e dati gli appuntamenti per l'ora di cena, prima dell'imbarco, rimane solitario il solo conducente Ducati, che fara' una sosta dal meccanico epr verificare la guidabilita' del BMW e scortarlo fino al traghetto. Nel frattempo pero, Foresti si aggira per la hall dell'albergo, e sembra recitare prechiere in una lingua sconosciuta. Sorpresi (dalle preghiere, non dalla lingua), decidiamo di indagare, e scopriamo l'origine del dramma: "ho lasciato le chiavi della moto al meccanico, NON POSSO PIEGARE E METTERE VIA I BAGAGLI". Prontamente viene attivata una task force di premi nobel e menti illuminate, poffarbacco, la situazione e' in effetti terribile. Borsa destra scarpe, jeans, documenti, e biancheria sporca. Borsa sinistra i cambi di biancheria, beauty, ed effetti personali. Tutto cio' spazzato via in un colpo solo, un durissimo colpo! D'improvviso si concretizza la possibilita' che, a causa di questo problema, non si possa partire, che venga perso il traghetto, che si dichiari guerra di nuovo alle cantine sociali (e' lunedi' festivo, le cantine sono chiuse, ma a noi piacciono le guerre perse) Ma d'improvviso dal consesso dei geni, una mente illuminata risolve questo complicatissimo sistema di equazioni: "ma che cazzo vai dicendo? metti la roba in un sacchetto, carica tutto sulla macchina di Toi, e vai da quel cazzo di meccanico!" LA soluzione e' in effetti cosi' sconvolgente, e cosi' distruttiva di un assetto istituzionale consolidato (la divisione della biancheria nelle due valige), che lo sguardo di Foresti si fa smarrito, e fatica a comprendere l'essenza della questione... Ma poco alla volta, mesto e deluso, prende i suoi sacchetti coop e si dirige con l'auto di Toi a recuperare il povero mezzo incidentato. Sappiamo, dalle nostre talpe, che ritrovera' il sorriso solo quando riuscira' a mettere in ordine la biancheria nelle due valige! Rimandati i feriti ed acciaccati dal meccanico, finiamo di montare i bagagli, salutiamo i partenti per le varie destinazioni, e accendiamo i motori. Come al solito, appena montati, giunge news al telefonino: nei 7 km di percorso, il ducati ha ripreso a singhiozzare e spengersi di fronte al meccanico. La spedizione fara' quindi tappa in quel di Dorgali, a visitare gli infermi Sul sito di Simplo, potete vedere le foto delel due moto sul "lettino dei moribondi". Il dialogo tra TOi e il meccanico e' quanto di piu' esilarante si sia visto, soprattutto se pensate che Toi ovviamente di parte, non voleva ammettere che una Ducati facesse i capricci al tester professionale. Visto che le cose si prolungano, salutiamo i due acciaccati, e con Tinto e Maga prendiamo al strada "larga" per quel paio di percorsi che ci mancano. In primo luogo si torna a Lula, una cosatante di questi giorni, come avrete visto. per ripercorrere all'indietro la strada che costeggia Monte Albo. Di nuovo i 26 km _solocurve_ per arrivare alla cantoniera sant'anna. Nel frattempo avevamo incrociato anche il gruppone con Garaaglia (soprannome "apro_tutto_sul_dritto"), Laza (soprannome "mi_stringe_il_marsupio_non_sono_ingrassato") e i fratelli Rossi, con le due AT piu' belle del gruppo (non se ne abbiano a male Alfredmann e Spino, ma sono quelle due veri gioielli) Alla cantoniera, invece di girare per Siniscola, troppo vicina al nostro punto di arrivo, decidiamo una digressione verso l'interno, comprensiva di sosta al locale bar-ristorante, dove passeremo una splendida pausa pranzo, in compagnia di soverchie bottiglie di ichnusa, malloreddus, panini giganti, e quant'altro. All'alba delle 16, felici e ruttanti (la birra era tanta) una parte del gruppone scende al mare per trovare una stazione di rifornimento (inutile dire che fare il pieno prima dei partire era un optional...) mentre con la solita giovine promessa e il cbr nerocomelanotte riprendiamo le piccole strade dell'interno, per altri paesaggi di sogno: Lode', Mamone, Loelle, e tutte le provinciali che costeggiano il versante Nord del Rio Mannu, fino a Budduso'. Qui siamo di nuovo al piede della SS389, nostra tradizionale pista di collaudo per fianchi dei pneumatici, e dopo una sosta tecnica al bar del paese, torniamo a scaldare le gomme per l'ultimo entusiasmante pezzo di strada. Ci dirigiammo diritti a Nord, fino a Telti, per poi piegare verso Olbia e golfo Aranci. Alle 18:30, un messaggio di Foresti e Fra indica "noi siamo in spiaggia, ci vediamo all'imbarco". La preplessita' e' tanta: cosa si diranno due moto incidentate sulla spiaggia? vorranno suicidarsi? E cosa si diranno due motociclisti acciaccati? faranno oltraggio al pudore sulle spiagge orientate al tramonto? decisiamo di seguire le indicazioni e scopriamo l'inganno: il molo d'imbarco e' completamente deserto, e ha l'aspetto gioioso del porto di Costantinopoli dopo la quarta crociata e la peste. Ci scambiamo qualche amichevole considerazione sugli "amici" che danno appuntamenti del cazzo, e giriamo le moto per il paese, con l'accensione del "sensore automatico di birra fresca". in pratica 500 metri fuori dal porto, dove, al sole del tramonto, e con due coppie mercedes-munite, ci abbattiamo con la nostra solita grazia: "birra ichnusa per tutti, e le chiavi del bagno, PER FAVORE". Sara' un caso, sara' una magia, ma nel giro di mezz'ora la popolazione motociclistica del bar raddoppia, con la presenza degli altri compagni di avventura che si radunano qul formichine a fine della operosa giornata di lavoro. Si scoprira' che pochi km piu' avanti, sulle romantiche spiagge di palau, i milanesi hanno incontrato i toscani, venendone conquistati, e contribuendo di nuovo all'ltraggio al pudore (Marco Re che si spoglia della tuta di canguro e rimane in calzamaglia...). Insomma, le scene rivoltanti usuali non mancano, e si decide di fermarsi a cena prima di imbarcare. Trovata la pizzeria ristorante, formeremo un tavolo da 13 (che brutto numero), prontamente raddoppiato da un ulteriore tavolo da 15, con tutto il resto della truppa. I frizzi e lazzi si sprecano, fino alle 21:40 circa, quando si riaccednono i motori e ci dirigiamo con un lungo serpentone di auto verso l'imbarco. Stavolta ilt raghetto c'e', e con le moto superiamo agevolmente la coda per posizionarci ai nastri di partenza. Ora, e' una serata meravigliosa, e si sta levando la luna piena. Decido quindi di fare qualche foto a questo spettacolo, foto che viene ripetutamente rovinata da: - coppie clandestine, che nel buio si posizionano davanti all'obiettivo, per l'eplorazione delle tonsille alla luce della luna piena - marinai che devono fissare le gomene PROPRIO alla bitta davanti al mio obiettivo - e da ultimo, motociclista che deve PROPRIO passare col faro davanti alla mia macchina fotografica (tempo di esposizione 15"), e remarsi con l'abbagliante in corrispondenza dell'obiettivo. Capisco quindi che la foto della luna piena, che sorge sul mare, non sara' nel mio carnet... sgrunt! Ma, nell'album fotografico, troverete quelle fatte da bordo della nave. meglio di niente insomma. Comincia a fare fresco, e i portelloni della nave si aprono per lo sbarco delle auto in arrivo. MA non sbarcano solo le auto: anche i giganteschi TIR del mondiale Rally, che nei giorni successivi vedra' la sua tappa in Sardegna. Qui una curiosita': un gigantesco TIR verde della skoda scende in retromarcia, e si gira per fare manovra. CURIOSAMENTE, nel girare il suo rimosrchio, punta verso il gruppo di motociclisti. Lo spazio e' parecchio, ma naturalmente stiamo attenti alla situazione. E cosa si nota? Che in tutta la manovra, quel rimorchio sta girando per finire ESATTAMENTE dove e' parcheggiata una BMW nera, con la sella arancione. Cazzo, vuoi vedere che quella moto ha una calamita per i TIR? Potra'ė sembrare strano, eppure, tra tante moto parcheggiate, una volta spostata la BMW fuori tiro, il camion smette di fare retromarcia e gira il muso per ripartire nella notte... Rapidamente entriamo nella pancia della nave, leghiamo el moto, e passiamo a scaricare i bagagli, prima delle ultime bevute e la buona nmotte. LA serata e' bellissima (le foto el vedete nell'album fotografico, la luna piena in effetti stava proprio sorgendo sull'isolotto di fronte) e possiamo dare sfogo alle ultime birre, sicuri che la nottata sara' cullata da un ottimo mare, come in effetti sara'. Cala la palpebra, e al bar si ripercorrono i momenti salienti di queste meravigliose giornate, i nomi delle persone, i luoghi attraversati. Sono tanti, fin troppi, come tanti sono stati i km percorsi. Si fa la mezanotte, e domattina lo sbarco avverra' prestissimo. Si va a nanna, domani sara' Day6, The End! Day 6 -> Martedi' 26 Aprile Diuavolo, sono GIA' 6 giorni? strano, sono volati, non ce ne siamo neppure accorti. Giusto il tempo, alle 06:30, di sentire la simpatica voce dell'altoparlante che ci invita a sbrandarci, e a prepararci per lo sbarco. Facciamo tutto con calma (bisogna riconoscere che le le cabine del sig. Sardiniaferries sono veramente confortevoli e ben tenute, voto assolutamente elevato), e piano piano ci dirigiamo con occhio cisposo presso il solito salone-bar, dove ci aspettano i costosissimi cornetti e caffe' di tutti i traghetti. Sara' solo un breve intermezzo, perche' la nave e' gia' dentro il porto che inizia le manovre di attracco, e cerchiamo la strada per il garage, dove reimbarcare i bagagli e slegare le moto Va detto che un traghetto e' quanto di piu'mmisterioso, tra paratie antifuoco e porte "crew only" che ci sia. Cio' che appare come un "scendi dal piano 7 al piano 3" e' in realt'a un percorso di guerra, tra sacchi di lenzuola nei corridoi cabine, saliscendi assurdi, e quant'altro. Scopriremo molto semplicemente che vale il principio "il piano 3 sta SOTTO il piano 4, SOTTO il piano 5", e basta aprire le porte "vietato l'accesso" per prendere la via diretta e arrivare alle moto Grazie al mare calmissimo, non ci sono stati problemi di stabilita', e nessuno ha dovuto verificare sulla propria carena la bonta' della legatura. Al solito, l'apertura del portellone coincide con l'accensione di 500 motori auto contemporanei, e alla creazione istantanea di una camera a gas. Quanto piu' rapidamente possibile usciamo svicolando, per attestarci sul piazzale e spargere saluti e baci da sotto i caschi Ora veramente i grupponi si dividono, dopoq uesta intensa esperienza. chi a est, chi a sud, chi a nord. E chi pian pianino perche' la BMW ha le canne della forcella di fatto bloccate... Il gruppo emiliano prende l'autostrada, per togliersi rapidamente di torno dalla citta', e si dirige a nord quel tanto che permette i saluti all'alteza dellos vincolo per Lucca-Firenze. Noi, solitari, proseguiamo per la A15, dove troveremo un discreto freddo, e una nuvola bassa adagiata tra Aulla e Pontremoli. Urge caffe', prima del Passo della Cisa, e nel deserto del primo mattino in autogrill, facciamo la nostra sosta con ancora le immagini negli occhi. L'autostrada non e'd egna di nota alcuna, se non che al valico appenninioco, ci saluta uno spettacolo verametne per pochi, degna conclusione di una settimana in Sardegna: Ecco, passiamo la galleria di valico, e nel cielo terso e frizzante delle 9 del mattino... incredibile ci saluta l'arco delle Alpi, laggiu' sullo sfondo, bianche di neve. Rimaniamo letteralmente senza fiato: e' uno spettacolo raro come e' raro un giorno terso e senza smog lungo i 200 km di pianura padana. Vedere cosi' lontano, e apparentemente cosi' vicino, il monte baldo (esattamente di fronte), e la corona delle dolomiti alla sua destra, alpi lombarde alla sua sinistra, fa pensare: non poteva finire meglio. Cosi' la neve ci accompagna nella discesa verso Parma, verso casa. Arriviamo a meta' mattinata, al caldo di un sole finalmente primaverile, stanchi, con il contakm che segna 1465 km di viaggio, 97.045 totali, con la moto che ansima perche' sa che deve andare al macello (moto ottimamente tenuta, da ultraquarantenne che la usava per portare la figlia a scuola... 35000 km...) Siamo giunti alla fine, del viaggio, di 6 anni passati in compagnia di una ottima moto, che consiglierei a chiunque, di 6 giorni che ancora di piu' consiglierei a chiunque. E che speriamo si possano ripetere tra un anno. E' finita qui, nel cortile di casa. Manca solo di disfare i bagagli, andare a consegnare la moto per ritirare la nuova e rimanere a piedi, senza benzina... Ma questa e' un'altra storia! I doverosi ringraziamenti a tutti, a partire dal nostro leader indiscusso, Simplo, dal nostro meccanico di pronto intervento Toi, da tutti i presenti, elencati dal numero 1 al numero 47, compreso chi e' ancora in fasce. Ai paesaggi delal Sardegna, alle sue strade e ai suoi abitanti che non abbiamo MAI visto nei paesi deserti E ultimo, ma non ultimo, un ringraziamento alle cantine sociali, il nostro "tradizionale nemico". Come disse Custer a Little Big Horne, guardando negli occhi Toro Seduto: "TORNEREMO, CAZZO SE TORNEREMO!" (sottinteso: prima o poi vincero' pure questo cazzo di videogame del Cannonau!) Che le curve siano con voi! Ad maiora Paolo |
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