
Avendo in programma un viaggio in moto nel periodo di agosto, si è riproposto l'annoso problema dei bagagli.
Trovandomi di fronte al problema di un paio di borse per la moto "fai-da-te", mi è venuto
in mente di documentare la soluzione che avrei tentato passo per passo, in modo
che potesse tornare utile a chiunque avesse voglia di cimentarsi in una
situazione del genere.
Ad opera terminata posso confermare che la stima inziale dei costi è stata
più o meno attendibile e non ha superato i 70/80 euro in tutto, a
patto che si abbiano già in casa alcuni attrezzi. Il prezzo può variare
notevolmente in base alle borse scelte: il costo dei supporti infatti, ha
influito (nel mio caso) in misura di circa l’80%.
Quanto ad abilità richiesta servono solo un po’ di ingegno e
un minimo di manualità e la solita, ma indispensabile pazienza. Gli attrezzi
utilizzati sono abbastanza comuni: cacciaviti, seghetto, chiavi, trapano (se ce
l’avete anche a colonna è meglio), lima (se avete una mola da banco meglio),
martello, una morsa.
L’attrezzo più rompiscatole è la saldatrice. E’
indispensabile almeno in un punto e non mi è venuto in mente niente per poterla
ignorare, almeno per la soluzione che ho applicati.. ma se non la avete potete
tranquillamente chiedere ad un meccanico o a un fabbro di farvi quei 4 punti di
saldatura che servono, è questione di due minuti di lavoro e, se proprio ve li dovessero
chiedere, pochissimi spiccioli.

Gli acquisti, insomma, riguardano principalmente le borse,
per il resto ci sono da comprare un mezzo chilo di viti e dadi, qualche metro
di listello di ferro e, se proprio siete degli esteti, un po’ di vernice.
Eccoci ora al vero e proprio inizio dell’avventura.
Il problema, come detto, è quello dei bagagli: le solite
borse GIVI che montiamo sul GPZ, sulla Bullet montano malaccio e poi
esteticamente non ci azzeccano niente. Le borse in pelle comprate l’anno scorso e felicemente collaudate nella gita a
Carloforte (http://motociance.blog.tiscali.it/2009/05/28/carloforte_in_moto_1990570-shtml/)
Hanno i propri limiti
in quanto a capacità (siamo sui 16/17lt) e, soprattutto, non offrono alcun tipo
di protezione dalla pioggia (e credetemi, se si va in vacanza e in moto,
pioverà anche in mezzo al deserto del Gobi in piena estate, oh se pioverà!).

Pensavo quindi a un’alternativa che fosse economica (le
borse ufficialmente DA MOTO costano sempre più di altre borse identiche, ma nominalmente
destinate ad altri scopi), medio-capiente e, possibilmente, rigida e pratica.
Pensa che ti pensa mi è venuto in mente che un trolley
sarebbe stato l’ideale: ha le ruote (praticissimo da portare in giro quando non
si è in moto), ha una struttura rigida che può essere usata per agganciarlo
alla moto e ha forme molto più razionali rispetto a zaini o altre borse
morbide.
Il problema è che un trolley, in genere, non costa poco e può arrivare a cifre davvero
folli in alcuni casi. Visto che si tratta, comunque, di una specie di
esperimento che non è scontato vada davvero a buon fine e che potrebbe
concludersi con danni irreparabili, ho "costretto" Tweety a girare TUTTI i
negozi cinesi della provincia di Cagliari per cercare qualcosa di economico.
Dopo due settimane di valutazioni, misurazioni e
confronti siamo finalmente giunti ad una
decisione. Abbiamo comprato due trolley in policarbonato (un modo molto
"racing" di dire plastica) "orizzontali". La maggior parte dei trolley è
verticale, cioè quando li si prende per la maniglia (non il manico allungabile
eh! La maniglia come quella della valigia) le ruote stanno da un lato perché il
trolley è più alto che largo.

Trolley verticale montato "dritto": NO BUONO! Rischia di
strisciare in terra in curva e se lo si alza troppo disturba il passeggero e solleva
il baricentro... oltre ad essere una schifezza esteticamente.
In questo caso invece, la maniglia (sempre quella "a
valigia") sta in alto e quando si solleva il trolley le ruote stanno comunque
in basso. Questo ha risolto due problemi fondamentali: il fatto che il trolley
messo in verticale fosse troppo lungo e occupasse troppo spazio sulla moto
(finendo sulle frecce posteriori) e il fatto che i trolley dovessero essere
montati in modo asimmetrico sui due lati della moto (mettendo o la maniglia o
le ruote in senso contrario).

Trolley verticale montato in modo asimmetrico: ruote a
rovescio o maniglia al contrario? Fa schifo comunque!

Un trolley orizzontale, invece, può essere montato sulla
moto con le ruote in basso e la maniglia in alto. Quasi tutti gli altri
trolley, inoltre, erano in stoffa, che, in caso di pioggia, non va tanto bene; le
ruote, inoltre, erano sempre molto
sporgenti.
I due prodotti selezionati sono costati circa 10 euro in più
degli equivalenti in stoffa e verticali, ma alla fine il prezzo è stato
comunque abbordabile (28 euro l’uno nel negozio più vicino a casa, a fronte di
una media di 35/38 di tutti gli altri della provincia).

Si può anche pensare ad un investimento ancora più economico
per valutare la fattibilità del progetto
in genere e pensare, magari in futuro, di cercare qualcosa di più costoso e
molto meno sacrificabile in caso di insuccesso. I due scelti, seppur non
eccezionali, hanno comunque un aspetto sufficientemente robusto ed
esteticamente azzeccato. Il colore piuttosto scuro si intona con la moto e,
soprattutto, dovrebbe reggere bene sporco e gli inevitabili graffi.
La trama del rivestimento sembra quasi carbonio o kevlar, ma
dubito fortemente che si tratti di materiale così sofisticato data la cifra! Ad
ogni modo è una plastica semirigida, capace di offrire una certa rigidità e un
minimo di protezione dall’acqua. La cerniera è in metallo, quindi robusta.

Il volume calcolato dovrebbe essere di circa 20/22 litri, sufficiente
per una vacanza estiva, considerando anche il bauletto posteriore, dovrebbe
andare bene.

Risolto il problema dei "soggetti" si presenta quello
dell’aggancio alla moto: prima cosa individuare i punti dove poter avvitare i
sostegni.
Perché le due borse stiano attaccate alla moto è necessario inventarsi
un sistema di aggancio robusto ed affidabile che faccia presa su due punti
sicuri di moto e borse.
Per quanto riguarda la moto ho pensato al tubo del telaio
del bauletto, lo stesso che uso per le borse in pelle.
A metà del tubo c’è anche una traversa che può risultare
utile come fermo orizzontale, per impedire agli eventuali agganci di scivolare
avanti o indietro.

Nella foto il tubo a cui andranno agganciate le borse,
protetto da nastro telato nei punti di contatto.
L’aggancio superiore è quindi individuato. Per quanto
riguarda l’appoggio/aggancio inferiore avevo a suo tempo realizzato due
traverse in ferro (nella foto si vede un ferro nero che corre parallelo allo scarico e
poi si infila sotto al parafango) per tenere le borse morbide lontane dalla
ruota. Le nuove borse potranno tranquillamente poggiare li e poi penserò a come
fissarle anche a questo supporto in maniera pratica ed efficace.
Dovrò quindi realizzare dei ganci che da una parte facciano
presa sul tubo della moto e dall’altra sulla borsa. Dopo aver studiato un po’
la struttura individuo quattro punti nella plastica della maniglia superiore
che possono essere molto utili e decido di praticare 4 fori passanti per
infilarci delle viti da fermare, all’interno della borsa, con dado e rondella.
I problemi relativi all’interno della borsa li vedremo più avanti, quando si
tratterà di montare effettivamente il gancio.
Per ora ho individuato i quattro punti e praticati i fori
per le viti.
Viti
da 6mm di diametro e 60mm di lunghezza. Punta trapano per metallo da 6mm
(regolare il trapano su una velocità bassa per la plastica e occhio a non
spingere troppo o si rischia di spaccare tutto!)


Successivamente ho recuperato un vecchio listello di
alluminio, per costruire un prototipo facile da sagomare, bucare e tagliare.
Una volta realizzato il prototipo si potranno rilevare le
misure per la versione definitiva in ferro, decisamente più laborioso da
plasmare. Se non si ha l’alluminio o non si vogliono spendere altri soldi per
comprarlo, si può usare del cartone oppure farsi delle strisce con vecchie
lattine di birra o cola.
Ecco le foto delle varie fasi di realizzazione del prototipo:



Fino a qui l’aggancio lato borsa. Per montare il tutto sulla
moto è necessario aggiungere a questo telaietto due "U" rovesciate in modo che
poggino sul tubo e abbiano una larghezza tale da mantenere la borsa
equidistante dal parafango e perfettamente (o quasi) verticale.
Ecco le U aggiunte e agganciate.


Il gancio, in linea di massima, sarà fatto più o meno così.
Restano da risolvere tre problemi fondamentali:
1)
La borsa può compiere movimenti laterali e cioè
avvicinarsi alla ruota dato che le U premono sul tubo su un solo lato. La cosa
si potrebbe risolvere aggiungendo una linguetta alla U e facendola diventare
una "m" in modo che la gambetta centrale prema sul tubo dal lato opposto di
quelle esterna. Questa soluzione, però, non mi piace perché mi creerebbe
difficoltà nell’inserimento della borsa (ho la traversa di mezzo che me la
blocca in senso longitudinale) e poi ci sarebbe sempre un certo gioco che, alla
lunga, mi rovinerebbe e graffierebbe il tubo.
La borsa è tenuta in posizione dal suo solo peso
e può muoversi verso l’alto. Le U, per quanto lunghe, non possono esserlo
troppo e anche il gioco verticale della borsa fosse di pochi cm (immaginate una
bella buca presa a tutta velocità) non mi va che comunque saltellino, occorre
quindi un blocco anche in senso verticale.
La borsa può ruotare sull’asse rappresentato dal
tubo, cioè può aprirsi come un’ala (magari in piena curva per effetto della
forza centrifuga).
Decido di rimandare la soluzione del problema 3 ad un secondo momento,
quando cercherò un modo di agganciare la borsa alla staffa inferiore di cui ho
parlato prima.
Per i problemi 1 e 2 rimango a scervellarmi un po’ pensando a una
soluzione decente che consenta al tempo stesso un alto grado di sicurezza e una
elevata praticità di aggancio e sgancio rapido delle borse.
I due problemi insoluti citati precedentemente sono stati risolti con
un sistema unico, nato subito dopo la realizzazione del primo gancio in ferro.
Come prima cosa ho preso i riferimenti del telaietto in alluminio e ho
tagliato i pezzi necessari da una sbarra di ferro dello spessore di 3mm e della
larghezza di 2cm (lunga 2 metri costa circa 2 euro).
Una volta ottenuti i pezzi si è trattato di piegarli.. purtroppo il ferro
(anzi, per fortuna visto che dovrà reggere le borse!) non si piega con le dita
come l’alluminio e ci sono dovuto andare giù di mazzetta e morsa per gli angoli
retti (quelli delle U per intenderci).

Due ferri però, necessitavano di una piega a curva e per realizzarla mi
sono ingegnato piegando il ferro attorno a una mazzetta tonda.


Ho quindi proceduto con i fori per le viti e ho assemblato il tutto. Mi è
anche venuta in mente una soluzione più pratica che consiste nello spostare uno
degli agganci in corrispondenza di una delle viti della borsa: in questo modo
la presa sul tubo è più larga (quindi più stabile) e comunque sfrutto la staffa
per bloccare la borsa con l’altra U.



Le distanze sembrano quelle giuste:

Ok, il gancio è a posto, ma il problema dei movimenti laterali e
verticali?
La soluzione che mi è venuta in mente per fissare in qualche modo il
gancio alla moto, consiste nel realizzare una specie di morsa.
In pratica ho deciso di dotare il gancio di un appoggio mobile che possa
essere stretto sul tubo della moto in contrapposizione al punto di contatto
delle U. Per realizzarlo ho tagliato una barretta di ferro di 10cm di lunghezza
alla quale ho unito una vite (che dovrò servire per stringere). Per fare presa
sul tubo ho realizzato due piccole "U" molto aperte.

Mentre la vite può essere fissata attraverso il semplice uso di un dado,
le "u" vanno necessariamente saldate… non sono infatti riuscito a trovare
un’altra soluzione che non preveda l’uso della saldatrice.
Se riuscite a farveli saldare da qualcuno tanto meglio, altrimenti potete
procedere da soli. Mi permetto di darvi qualche consiglio, data l’esperienza
che mi son fatto in proposito.
Questa era la mia terza sessione di saldatura ad elettrodo, quindi sono
ancora abbastanza scarso, ma ho la fortuna di rendermi conto degli errori che
faccio e di non vergognarmene, così posso raccontarli e magari evitarli a
qualcun altro.
Il problema principale per la saldatura è stato quello di tenere in
posizione i pezzi. Per farlo ho poggiato le due "u" su uno zoccolo di legno, ci
ho messo sopra la staffa e ho stretto il tutto con la morsa. Peccato che quando
si salda il ferro si arroventi e il legno, di conseguenza, tenda a prendere
fuoco!!
Questo il risultato:

Che visto così non sembra nemmeno tanto grave, ma vi assicuro che le
fiamme non si riuscivano a spegnere perché il ferro incandescente le riattivava
ogni volta e il pezzo era troppo caldo per essere smontato.
Quindi ho capito che era meglio mettere qualcosa fra il legno e il pezzo
e ho optato per le piastrine di alluminio precedentemente usate per il
prototipo:



Già che c’ero ho dato un punto anche alla vite, così da fissarla
definitivamente e il risultato è questo:


Di seguito ho provveduto a montare il supporto sul quale scorrerà la vite
sul gancio della borsa. Si può montare con una semplice vite e dado, oppure
saldarlo, oppure entrambi, come nel mio caso.

A questo punto si monta il tutto:

Nella parte interna della vite ho infilato alcune rondelle a taglio e poi
un dado con alette (galletto). In questo moto, vitando e svitando il galletto
si allontana o si avvicina la staffetta al tubo e, fato che ha le alette, lo si
può fare a mani nude, semplificando il processo di montaggio e smontaggio delle
borse.
Le rondelle tagliate hanno una doppia funzione: garantiscono un minimo di
ammortizzazione ed elasticità alla presa e fanno si che si riesca a girare il
galletto senza intralci dato che proprio sotto di esse c’è la vite di fissaggio
del supporto.
Il pezzo, sul tubo, agisce in questo modo:

Come si può notare ora il gancio è fissato al tubo e la borsa non può più
giocare lateralmente. La pressione è sufficiente anche a garantire una buona
tenuta verticale e, grazie al galletto, allentare la presa e smontare le borse
è questione di un attimo.
Ora
non resta che smussare con la lima (ma si fa più in fretta con la mola) tutti
gli angoli appuntiti del pezzo e pulirlo per bene con una spazzola metallica.
Il pezzo è meccanicamente finito, ma è grezzo e ora si tratta di renderlo
presentabile.

Come prima cosa, e per scopi non esclusivamente estetici, smussiamo tutti
gli angoli taglienti e rimuoviamo sbavature e imperfezioni. Per farlo possiamo
procedere con una lima o con carta vetrata, ma se avete la possibilità di
mettere le mani su una mola da banco il vostro lavoro sarà molto più facile.

Nel mio caso la mola è tornata utile per sagomare leggermente i ferri
curvi che sostengono verticalmente il gancio sulla borsa. In un punto, infatti,
andavano ad intralciare lo scorrere del manico del trolley.

Dopo questa fase si passa alla pulizia da effettuare sempre con una lima,
della carta vetrata o una spazzola metallica. Anche in questo caso è lecito
aiutarsi con l’elettricità: basta comprare per pochi spiccioli una spazzola
meccanica da trapano, fissare il pezzo su una morsa, e spazzolarlo per bene.


Ecco il pezzo pulito e smussato, ha tutto un altro aspetto eh?
Per chi ha usato la saldatrice e, come me, non è che sia proprio un
Michelangelo dell’elettrodo, è probabile che i punti di saldatura non siano
bellissimi da vedere:

Ho pensato di risolvere la cosa arrotondando le asperità con un po’ di
stucco per metalli che però non mi sono ancora procurato.

Finalmente
possiamo passare alla fase finale, la verniciatura dei pezzi.
Dopo averli
levigati e puliti, come visto prima, eccoci alla prima operazione da
effettuare: il passaggio del fondo antiruggine.
Servirà a
preparare un buon legame fra ferro e vernice (necessario visto che i pezzi
saranno a contatto con altri metalli e potrebbero graffiarsi facilmente) e a
preservare il materiale dalla ruggine.

Come prima
cosa proteggo le filettature delle viti delle morse con del nastro per
carrozzieri. La vernice, infatti, per quanto sottile, potrebbe inceppare
l’avvitamento del dado alettato.

Dispongo
tutti i pezzi su un giornale e passo l’antiruggine in spray.

Il problema è che la vernice ha colato e ha appiccicato il giornale ai pezzi...
Decido allora di sverniciare tutto, e di appendere i pezzi al soffitto in qualche modo.
Mi ci vuole un po’, ma la cosa è molto
più pratica adesso: posso spruzzare senza incollare niente e, soprattutto, non
ho il problema di dover girare i pezzi.

Asciugato
l’antiruggine procedo col nero.

E quindi
con il trasparente.

Ora non
resta che proteggere le parti che andranno a contatto col tubo con qualcosa di
morbido, la soluzione la trovo in un nastro gommato auto agglomerante che
avvolgo intorno ai punti strategici.

Eccoci ora al dunque: fissare i ganci alle borse e poi alla moto.
Come prima cosa ho rivestito con del nastro gommato auto agglomerante
tutte le parti metalliche dei ganci che andranno a contatto coi tubi, in modo
da proteggere questi ultimi dai graffi e, insieme, garantire una buona presa.



Resta da verificare sul campo se la gomma, una volta in pressione e in
posizione per lunghi periodi, magari pure al sole, si appiccichi al tubo o
meno. In quel caso pensavo già di ricoprirla con del nastro telato in modo che
mantenga la sua funzione ammortizzante senza sciogliersi o agglomerarsi con il
tubo.
Ora pensiamo a fissare i ganci.

Dato che le viti sono passanti e che lo borse, internamente, presentano
una fodera è necessario procedere in questo modo: con una taglierina incidiamo
leggermente la stoffa della fodera in corrispondenza del punto in cui
sbucheranno le viti.
Il taglio deve essere molto piccolo, solo lo spazio per far passare
rondella e dado.
In questo modo avremo un impatto meno "invasivo" sull’interno del
trolley.
Basta posizionare i ganci in corrispondenza dei fori praticati
precedentemente, inserire le viti e, all’interno del trolley, infilare rondella
e dado. Per sicurezza io ho usato degli autobloccanti.
Una volta finto questo lavoro, se si vuole, si può usare un po’ di colla
fra fodera e rivestimento per far si che il taglio praticato con la taglierina
sparisca del tutto.
Per evitare che le viti sporgano troppo cercatele di una lunghezza appena
sufficiente a garantire una buona tenuta del dado. Nel caso potete usare un
dado "cieco" supplementare che, essendo stondato, eviterà di rovinare la fodera
o gli oggetti contenuti dalla borsa.

Ora che i ganci sono fissati alle borse possiamo finalmente piazzarle
sulla moto:



L’aggancio superiore è quindi terminato e sembra anche abbastanza robusto
e affidabile.
Non resta che trovare un sistema per fissare le borse al telaio nella
parte inferiore in moto che non "penzolino" lateralmente in curva.
I sostegni che posso sfruttare e su cui poggiano le borse sono il tubo
sostegno parafango e la staffa che avevo aggiunto precedentemente per tenere le
borse in pelle lontano dalla ruota; quella che parte dalla pedalina del
passeggero e finisce dietro al parafango, all’altezza della freccia.

In effetti le borse poggiano proprio in quei punti e bisognerebbe trovare
un modo pratico e sicuro di agganciarle. Il peso è completamente sorretto dai
ganci superiori quindi si tratterebbe di un dispositivo il cui unico scopo sarebbe
quello di evitare che la parte inferiore delle borse si allontani dalla moto
facendo perno sul tubo di aggancio, in alto.
Un elastico che avvolga la borsa è la soluzione più rapida, ma anche poco
estetica.
Devo pensare a qualcos’altro, intanto segno con del nastro adesivo lo
spazio superiore e inferiore in corrispondenza della barra, così da capire in
quali punti del trolley sia possibile montare l’eventuale aggancio.

Collaudo di metà percorso.
Proprio nella fase conclusiva del completamento del lavoro, quando manca
solo l’idea per l’aggancio inferiore, capita l’occasione di un weekend in modo
in quel di Arbus.
Quale migliore occasione per un collaudo? I tempi sono ristretti quindi
devo necessariamente rinunciare all’aggancio inferiore.
Per poter partire ugualmente opto per un antiestetico, ma pratico
elastico che si agganci alla famosa barra di ferro su cui poggiamo le borse.
Ho giusto messo un po’ di nastro americano sulle borse in corrispondenza
dei contatti col ferro.
Il risultato è questo:

I
Le borse sono state caricate con circa 12kg di bagaglio ognuna e hanno
retto bene il viaggio. In tutto abbiamo percorso (coi bagagli montati) circa
250km di cui almeno 150 di curve e una ventina in condizioni d’asfalto
piuttosto sconnesso. I ganci hanno retto molto bene; unico problema rilevato
quello di una vite passante che era stata montata senza rondella all’interno
della borsa, per questioni di spazio, e il cui dado, con le vibrazioni, ha
perforato il primo strato di plastica interno della borsa.
Per strada ho comprato una rondella da un ferramenta, l’ho piegata per
riuscire a montarla nonostate i suddetti problemi di spazio, e tutto è tornato
a posto.
Valuto quindi l’ipotesi di rinforzare il supporto interno della
borsa aggiungendo delle rondelle più larghe alle viti (in modo da distribuire
meglio le forze sulla plastica interna
delle borse evitando di spaccarla) o, addirittura, di realizzare una sorta di
contropriasta.

Dopo averci pensato un po’ ho concluso che, per sicurezza, sarebbe stato
meglio rinforzare la parte interna delle borse e cioè far si che le viti
passanti avessere una presa più sicura. La soluzione adottata è stata quella di
contrapporre alle viti un piccolo profilato di alluminio, leggero e flessibile.
In questo modo il peso delle borse, invece di essere retto solamente dalle viti
e dalle eventuali rondelle a contatto col rivestimento, si distribuisce lungo
tutta la superficie dell’alluminio rendendo tutto molto più stabile e sicuro.

Eventualmente si può pensare di imbottire o rivestire le parti più
spigolose per proteggere il contenuto della borsa.
Eccoci ora la problema del fissaggio della parte inferiore delle borse.
Come abbiamo già visto l’idea era quella di agganciarle in qualche maniera (con
un sistema pratico, a sicuro) alla barra trasversale che va dalla pedalina del
passeggero all’attacco posteriore del parafango.
Il solito negozio dei cinesi ha fornito dei passanti molto robusti che
fanno al caso nostro:



Un volta montati sulle borse ho inserito sulle barre della moto il
corrispondende occhiello di aggancio:

Piccolo trucco: se non volete tagliere o smerigliare le viti che sporgono
al’interno, basta rivestirle ocn del nastro nero perè quasi "scompaiano" alla
vista:

Una volta messe in posizione le borse basta abbassare il passante in modo
che si infili nell’occhiello ed il gioco è fatto.
Ho notato che con i passanti montati con le sole viti (come nella foto
precedente), le borse ballavano un po’ perché il materiale è flessibile e i
soli tre punti di aggancio dle passante permettevano molto gioco.
Ho subito provveduto a irrigidire il tutto con un’altra piastrina di
alluminio, come visibile in questa foto:

A lavoro finto tutto sembra molto stabile e il risultato estetico è
questo:





